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Come gestire la dieta a Pasqua?

Siamo a Pasqua e come in ogni festa che si rispetti ci sarà il classico pranzo, seppur ognuno a casa propria. I cibi della tradizione tendenzialmente sono più grassi ed abbondanti, ma questo non vuol dire rinunciare ad un buon pranzo di Pasqua. Le trasgressioni delle festività devono essere considerate eccezioni, e come tali non devono suscitare senso di colpa, bisogna agire con il buon senso. Ovviamente questo non significa lasciarsi andare, ma fare scelte consapevoli. Un menù di Pasqua che sia attento anche alla salute può essere costituto da un primo piatto a base di cereali integrali o in chicco (pasta o riso ma anche grano saraceno, orzo, farro, segale, o bulghur, che sono più ricchi di fibre, vitamine e minerali, rispetto ai cereali raffinati) condito da un sugo leggero, ad esempio a base di verdura, piuttosto che puntare su un ragù grondante di grassi animali. Il primo piatto rappresenta, infatti, una valida strategia per favorire la sensazione di pienezza e lasciare meno spazio alla carne, tipica nella tradizione pasquale. È dimostrato, infatti, che un consumo eccessivo di carne rossa è associato ad un aumentato rischio di malattie cardiovascolari, oltre che di tumori dell’intestino. Ecco perché è preferibile consumare la carne rossa non più di una volta a settimana, evitando di eccedere con la porzione. Sia come secondo che come antipasto, non può mancare in tavola la torta Pasqualina che può offrire fibre ed avere anche un contenuto protetico controllato grazie alla presenza delle uova. In questo caso sarebbe meglio evitare di ricorrere alla pasta sfoglia già pronta, ricca di burro, e preparare la pasta in casa con farina, acqua e un cucchiaio di olio extravergine d’oliva, come suggerisce la ricetta ligure di questa pietanza. In alternativa, si può arricchire la tavola di Pasqua con un’insalata fresca e uova sode, o un’insalatina verde arricchita con ortaggi di diversi colori e magari qualche filetto d’acciuga. Per quanto riguarda i dolci pasquali, i più noti sono sicuramente le uova di cioccolato e la colomba che di certo non possono mancare perché fanno parte ormai della tradizione, soprattutto per i più piccoli. L’importante è essere parsimoniosi! Una porzione “normale” (la classica fettina) di colomba è ammessa. L’uovo di cioccolato, invece, molto meglio se fondente almeno al 70 per cento, che rispetto a quello al latte contiene una maggiore quantità di cacao e, quindi, una percentuale più alta di flavonoidi, ovvero di sostanze antiossidanti che, se consumate con moderazione, intervengono positivamente sul sistema circolatorio. Il “pezzo” di uovo dovrebbe corrispondere al massimo a due quadretti di una tavoletta, per evitare di sconfinare troppo in termini di introito calorico. Non dimentichiamo, infatti, che 100g di cioccolato forniscono un apporto calorico pari a circa 540 calorie e che, pertanto, un consumo eccessivo porta ad un aumento di peso che nel tempo si associa a varie manifestazioni patologiche. Ma prima del dolce è bene non far mancare una porzione di frutta di stagione o di macedonia: è una scelta salutare che aumenta il senso di sazietà ed aiuta a contenere la porzione dei dolci pasquali. Se si è consumato un pranzo abbondante è bene evitare di saltare i pasti successivi; si può cenare con un piccolo secondo, verdura e un frutto e riprendere il piano alimentare dal giorno seguente. Soprattutto, dopo le abbuffate è bene non ricorrere al digiuno o a quelle diete alla moda o “miracolose” che promettono di dimagrire con il digiuno e semi digiuno. Così si innesca un circolo vizioso pericoloso. Inoltre, masticare lentamente favorisce la digestione. Quando mastichiamo lentamente il nostro cervello riceve prima un segnale di sazietà e apprezziamo di più il gusto, traendone maggior piacere ed evitando così di mangiare quantità maggiori. Come aiutarsi a masticare lentamente? Semplice, poggiando tra un boccone e l’altro le posate sul piatto… 
Altri accorgimenti per una Pasqua in forma:
1. Prestare attenzione agli alcolici: stare attenti con il vino bevuto durante il pasto, basta limitarlo non escluderlo; cercare invece di evitare, per quanto si possa, i liquori o gli amari che concludono il pasto.
2. Prestare attenzione alla frutta secca: Mangiata a fine pasto quasi per digerire, e spizzicata finché non ci si alza da tavola… sono grassi in più, inutili se mangiati in questo modo.
3. E gli avanzi? Si consumeranno i giorni a venire, condividendoli con la famiglia o mettendoli in freezer per altre occasioni o per avere un pasto già pronto. I dolci, meglio finirli consumandoli a colazione, in modo da avere una soddisfazione con cui iniziare la giornata, senza troppi danni. Non preoccupatevi: sia la cioccolata che la colomba possono durare, se ben chiuse e ben conservate… non serve mangiarle subito!!!